Desidero ringraziare sul mio blog il mio più caro allenatore, Lino Nobili, ex portiere di Alessandria e Spal, venuto a mancare il 10 luglio 2021.
Lino Nobili è stato l’unico allenatore che mi ha capito come calciatore e che è riuscito a tirare fuori le potenzialità di cui non avevo ancora preso coscienza.
Sotto la sua guida ho realizzato uno dei migliori campionati della mia vita nel Mortara, che militava nel campionato d’Eccellenza, dove sono riuscito ad esprimermi ai miei miglior livelli.
Con lui ho imparato a ragionare velocemente con la palla, a non essere troppo istintivo e a prendere coscienza di quello che facevo. Mi ha insegnato inoltre a sfruttare al meglio le mie capacità, a collaborare con i mei compagni e a utilizzare lo scatto velocissimo che possedevo.
M sono sempre impegnato al massimo per ricambiare la fiducia che aveva riposto in me, e vedevo la stessa riconoscenza nei suoi confronti, anche in tutti i miei compagni di squadra.
Il nostro rapporto, iniziato come calciatore ed allenatore, è continuato con telefonate anche nei Cinquanta anni successivi.
Le nostre telefonate incominciavano sempre nello stesso modo “Sono Scandroglio…” e lui rispondeva “Caro Roberto…”.
Tutti gli allenatori dovrebbero avere le sue qualità: competente sul campo e capace di trattare i calciatori con rispetto, quasi come un papà con i propri figli.
Il collo pieno “neck shot” merita un’attenzione particolare in quanto non si tratta di un fondamentale di base, a differenza di quanto affermato da molti autori, ed il suo punto di impatto non è sempre identificabile precisamente.
In situazioni di palla rasoterra, inoltre, questa esecuzione può provocare traumi alle dita e distorsioni alle caviglie.
Il tiro di interno collo invece “Inside neck shot” rappresenta la modalità corretta da un punto di vista tecnico ed è un’esecuzione sicura che può essere insegnata anche ai bambini più piccoli senza pericoli di traumi. *
Inoltre, il punto d’impatto dell’interno collo è chiaramente identificabile nell’alluce del piede e, per questo motivo, tale esecuzione può essere insegnata e perfezionata.
Le esecuzioni di interno collo sono ideali per effettuare dribbling, tiri in porta forti e precisi, cross, traversoni e calci piazzati.
In ognuna di queste esecuzioni, tuttavia, il punto di impatto resta invariato
Vediamo degli esempi nelle figure sottostanti:
In situazione di tiri spioventi o traversoni (Figura 1)
In situazioni di tiri forti e tesi (Figura 2)
In situazioni di stop o agganci al volo (Figura 3)
È da notare che in ogni esecuzione sebbene il punto d’ impatto rimanga sempre lo stesso e identificabile nell’alluce del piede,il posizionamento della caviglia può e deve variare a seconda del tipo di esecuzione.
*Per un punto di vista differente si veda il lavoro di Gianni Leali “Calcio. Tecnica e Tattica” dove ne viene raccomandato I ‘insegnamento fin dai primi calci.
Nell’esecuzione di piatto il punto d’impatto non risulta essere nel centro del piede ma in quella della caviglia sotto il malleolo, la parte più bassa prima dell’incavo. A questo riguardo, propongo un estratto di un mio artico dai “Quaderni del Nuovo Calcio” del 2002.
I concetti di “stecca” e “sponda” sono espressioni della tecnica applicata (o tattica individuale) in quanto rappresentano le coordinazioni preliminari all’esecuzione dei fondamentali di base.
In altre parole, tali coordinazioni permettono al giocatore di eseguire correttamente il gesto tecnico.
In base al Metodo dei MFI, l’angolo retto si forma sempre in fase esecutiva.
Le coordinazioni di base a “stecca” e a “sponda” precedono la fase di esecuzione e determinano la correttezza dei punti di impatto.
Sia nella coordinazione a “stecca” che in quella a “sponda” gli elementi fondamentali sono:
Anticipazione della traiettoria
Posizionamento del piede portante
Punto di impatto del piede calciante*
Differenziazione della potenza
La stecca e la sponda rappresentano le coordinazioni che il giocatore compie sulla base delle situazioni d’arrivo del pallone ma soprattutto sulla base dell’esecuzioni successive che gli permetteranno di ricevere, condurre, passare o tirare.
Vediamo ora le differenze specifiche tra coordinazione a “stecca” e a “sponda”.
Si ha una coordinazione a sponda da palla frontale quando si esegue il gesto a destra o a sinistra del corpo. La sponda è una “chiusura” dell’esecuzione. Esistono tre coordinazioni a sponda:
Sponda di piatto
Sponda di interno collo
Sponda di esterno collo
Si ha una coordinazione a “stecca” da palla laterale quando si esegue il gesto nella direzione di corsa. La sponda è un’“apertura” dell’esecuzione. Esistono due coordinazioni a stecca:
Stecca di piatto
Stecca di interno collo**
Nell’esempio sotto si esegue a sponda quando la palla arriva verticalmente davanti al corpo e si trasmette a destra o a sinistra (Figura 1).
Si esegue a stecca quando la palla arriva lateralmente e si trasmette diritta davanti al proprio corpo (Figura 2) formando sempre un angolo retto tra traiettoria di ricezione e traiettoria di trasmissione.
Esecuzioni a “sponda”
Sia con palla ferma, sia con la palla proveniente di fronte, per eseguire a destra la sponda si effettua con il piatto sinistro (Figura 3), con l’interno collo sinistro (Figura 4) o con l’esterno destro (Figura 5);
mentre per eseguire a sinistra la sponda si effettua con l’interno collo destro (Figura 6), con il piatto destro (Figura 7), o con l’esterno sinistro (Figura 8).
Diversamente dalle esecuzioni a stecca, nelle esecuzioni a sponda è corretto utilizzare anche l’esterno collo, che per sua natura prevede esecuzioni che avvengono alla destra e alla sinistra del corpo.
Esecuzioni a “stecca”
Nelle esecuzioni a stecca il piede portante è girato nella direzione di arrivo della palla, mentre il piede calciante, ad angolo retto rispetto al piede portante, esegue davanti al proprio corpo. Con la palla proveniente da sinistra, l’esecuzione a stecca si effettua con il piatto destro (Figura 9)o con l’interno collo destro (Figura 10).
Con la palla proveniente da destra, l’esecuzione a stecca si effettua con il piatto sinistro (Figura 11)o con l’interno collo sinistro (Figura 12).
* Il punto d’impatto è un elemento chiave della coordinazione di base. Dedicherò ampio a spazio nei prossimi articoli a chiarirne la rilevanza sia nell’esecuzione di piatto che in quella di interno collo. Si noti inoltre che sia la sponda e la stecca di interno collo rappresentano le esecuzioni corrette dal punto di vista tecnico, a differenza del “collo pieno” a cui si fa riferimento comunamente sia in televisione che molti campi di allenamentoil quale, in primis, non è un fondamentale di base e comporta dei rischi esecutivi che può causare degli infortuni. Dedicherò un articolo specifico su questa tema.
Dopo aver visto nei dettagli l’esercitazione “La conduzione nel quadrato” vorrei soffermarmi ora sull’ “avanti e indietro verticale” che rappresenta non solo un’esercitazione a sé stante ma anche un’evoluzione specifica uno dei cinque movimenti fondamentali, “l’avanti e indietro” sui cui si base il Metodo (MFI).
Il motivo per cui relaziono questa esercitazione alla “conduzione nel quadrato” è mettere in evidenza ancora una volta l’importanza del sorpasso della palla per determinare I cambiamenti di traiettoria
Tale sorpasso nella conduzione del quadrato avviene con un cambio direzione a 90° mentre nell’avanti e indietro verticale è un cambio di senso a 180°.
La situazione di gioco di questa esercitazione prevede che il giocatore rosso venga attaccato da un giocatore blu alla sua sinistra, come evidente nella figura sottostante:
L’esercitazione può essere fatta con due giocatori oppure individualmente (in questo basta posizionare due coni in posizione A e B).
Tale esercitazione può essere ripetuta con il piatto sinistro in cui il giocatore rosso è attaccato dal giocatore blu sulla destra.
Raccomanderei, inzialmente, di effettuare questa esercitazione senza l’avversario, immaginando che l’avversario fosse ipoteticamente dietro i coni della linea retta immaginaria ( l’avversario sarà a sinistra sulla fascia destra e a destra sulla fascia sinistra).
Nella fase 1 si calcia la palla di piatto destro in avanti, con uno o due tocchi.
Nella fase 2 si effettua una seconda conduzione in avanti utilizzando ancora il piatto del piede destro.
La fase 3 e 4 accadono in maniera molto veloce sono collegate tra loro:
Nella fase 3 si sorpassa la palla a sinistra con rotazione del corpo e del piede portante a destra di 180°.
Nella fase 4 si effettua un’esecuzione all’indietro di piatto sinistro.
Il sorpasso e la rotazione (movimenti di anticipazione) sono funzionali all’esecuzione finale.
Vediamo l’applicabilità sul campo di questa esercitazione:
Si tratta di un “avanti indietro” sulla fascia destra con l’avversario a sinistra, in cui arrivati nel punto B il giocatore decide di tornare indietro calciando il pallone ad un compagno meglio posizionato o ritornare indietro ( senza passaggio) in base alla posizione dell’avversario.
La criticità di questa esercitazione, così come nella “conduzione nel quadrato”, risulta essere ancora una volta il sorpasso della palla a cui segue una rotazione del corpo e del piede portante. Tale sorpasso, sia durante l’esercitazione che nelle situazioni reali sul campo, deve avvenire in maniera velocissima.
Un altro elemento fondamentale, sia nei cambi di direzione a 90° e 180°, è la rotazione del piede portante che mette il giocatore in condizione di colpire ad angolo retto.
Molto spesso i ragazzi più giovani, che si cimentano per la prima volta in questa esercitazione, non hanno immediatamente la consapevolezza del proprio corpo nello spazio e commettono gli errori di non sorpassare la palla e conseguentemente di non ruotare il piede portante in modo corretto.
In questo caso bisogna correggerli subito e, da parte dell’allenatore, è necessario un po’ di pazienza.
La Conduzione Nel Quadrato e’ un esercitazione molto utile per allenare il punto d’impatto ed il cambio di direzione.
Il pregio di questa esercitazione e’ che, nonostante la sua apparente semplicita’, mette in evidenza immediatamente le carenze tecniche, non solo tra i piu’ piccoli ma anche tra i calciatori piu’ maturi ed esperti.
Esso quindi reppresenta un buon punto di partenza per l’allenatore per pianificare la preparazione tecnica dei propri giocatori nelle sedute successive e colmare queste carenze.
In questo esercitazione, sono necessari quattro coni posizionati nei punti A, B, C e D, come nella figura di seguito:
Si utilizza esclusivamente il piatto del piede.
Il giocatore incomincia l’esercizio dalla posizione A (con il piatto destro in senso anti-orario) e si porta nalla posizione B con due tocchi.
E’ importante il corretto dosaggio nel calciare il pallone per poter raggiungere la posizione B in maniera ottimale ma la vera criticita’ dell’esercizio risulta essere nel cambio di direzione, necessario per poter raggiungere la posizione C.
Vediamo quindi questa criticita’ dal momento che, per poter effettuare correttamente il cambio di direzione e’ necessario curare i seguenti aspetti:
Sorpassare la palla a destra. Questo sorpasso deve avvenire in maniera velocissima.
Girare il piede portante sinistro verso sinistra. Questa coordinazione e’ importante per fare in modo che la palla arrivi da sinistra davanti al piede destro.
Colpire la palla sulla caviglia*. Questa esecuzione e’ come se fosse uno stop in movimento con la palla che non si ferma ma viene rallentata. Questo stop equivale ad un tocco.
Sara’ poi necessario effettuare altri due tocchi per portarsi nella posizione C, dove sara’ necessario effettuare un nuovo cambio di direzione, e infine concludere l’esercizio nella posizione D.
Le lunghezza del quadrato proposta e’ di 5/6 metri tuttavia ma la cosa fondamentale e’ sempre questo “sorpasso” ovvero l’anticipazione della traiettoria che, se fatta correttamente, fa in modo che la palla resti di fronte al corpo una volta che viene toccata dalla caviglia. Se questo non succede e’ proprio a causa di un errore nel anticipazione della traiettoria.
Dalla mia esperienza sul campo ho notato come sia molto utile, durante l’esercizio, ricordare ai giocatori ad alta voce “sorpassa la palla” per mettere enfasi su questa criticita’.
L’errore piu’ comune di molti infatti, e’ allungare la gamba destra, per girare e dirigersi dalla posizione B alla posizione C, senza sorpassare adeguatamente il pallone.
Lo stesso esercizio deve essere effettuato con il piatto sinistro del piede (in questo caso il punto di partenza sara’ D e l’esercitazione dovra essere effettuata in senso orario).
*Mi soffermero’ in futuro nel descrivere dettagliatamente il corretto punto d’ impatto nel tiro di piatto che risulta essere il centro della caviglia , sotto il malleolo, la parte piu’ bassa prima dell’incavo.
Durante la mia carriera di calciatore non avevo mai pensato di fare l’allenatore.
Mi era capitato però, che moltissimi giocatori più giovani mi chiedessero spiegazioni di natura tecnica per migliorare. Mi dicevo: “ Forse non so spiegare come faccio certi movimenti, però, se vedo un’ errore tecnico lo riconosco subito”.
Da giovane sono sempre stato un istintivo ma con il tempo ho imparato a diventare più metodico.
Ho iniziato ad allenare i settori giovanili fin dal 1987 trovandomi per caso a sostituire un amico con i pulcini del SamVerga di Samarate, facendo poi una bellissima esperienza presso la Santa Alessandro di Gallarate per quasi dieci anni, conseguendo durante questo periodo i patentino di Allenatore di base UEFA B.
Negli anni ho allenato tutte le categorie giovanili, divenendo anche coordinatore tecnico regionale per il Piemonte di sei squadre gemellate con l’AC Parma.
Dal 2003 al 2012 sono stato allenatore presso l’Associazione sportiva Cometa di Como e nello stesso periodo istruttore del Milan Camp estivi per tre stagioni.
Attualmente sono educatore sportivo presso il British college di Gallarate con cui collaboro fin dal 2002.
Durante la mia esperienza di oltre trent’anni di allenatore, ho sviluppato un metodo di insegnamento di tecnica calcistica “ Il metodo dei Movimenti Fondamentali “ descritto nel mio libro “checkup calcio” pubblicato nel 2010.
Durante il 2020, un anno “speciale” per il tutto il mondo e per tutti noi sportivi, ho pensato di creare questo blog per raccontare la mia storia e per incontrare persone appassionate come me.
Ho cominciato ad appassionarmi al gioco del calcio quando da ragazzino giocavo con i miei amici all’oratorio di Cascinetta, il rione di Gallarate dove abitavo. Si giocava tutto il giorno a quei tempi, dal mattino alla sera, senza mai fermarsi. La passione mi è venuta giocando, le continue sfide con i compagni mi facevano prendere sempre più confidenza con la palla ma imparavo moltissimo anche da loro. All’ oratorio nessuno insegnava niente, chi non era capace si metteva ai bordi del campo a guardare le partitelle, vi era una selezione naturale. Ho iniziato così. La mia prima squadra di calcio è stata la Gallaratese, all’età di 8 anni, dove incontrai Carlo Facchini, a quei tempi istruttore del NAGC (Nuclei Addestramento Giovani Calciatori) di Gallarate ed inseguito allenatore della Lazio, Novara, Verona e Palermo nella massima serie. Carlo Facchini era stato inoltre un grandissimo portiere del Varese in serie B. L’incontro con Carlo Facchini è stato determinante nella mia carriera di calciatore perché mi ha dato le basi del gioco. Nel periodo del NAGC venne a Gallarate, come esaminatore, il due volte campione del mondo con la Nazionale, Giovanni Ferrari. fui da lui selezionato per andare a Coverciano, in una vacanza premio di dieci giorni, dopo aver conseguito il punteggio più alto tra tutti i candidati. Esordii in Serie D all’età di 18 anni nella Gallaratese e poi giocai in prestito al Nocera Superiore di Salerno dove stavo facendo il servizio di leva militare e dove avrei incontrato la mia futura moglie, Lucrezia. Come giocatore della Gallaratese fui prima dato in prestito al Parabiago e poi acquistato, successivamente dal Mortara, che militava nel campionato di Eccellenza. Il suo allenatore, Lino Nobili, ex giocatore di Spal e dell’ Alessandria in serie A, mi scelse personalmente. Lino Nobili è stato l’allenatore più importante della mia vita perché mi sono sentito voluto bene come persona e apprezzato come giocatore. A distanza di cinquant’anni abbiamo ancora un bellissimo rapporto di amicizia e stima.
Nella foto in alto è ritratto Lino Nobilidurante una parata